Esposta nella mostra La couleur seule, l'expérience du monochrome.
Collezione macLYON
La scrittura e il colore sono al centro della pratica artistica poliedrica (libri, fotografie, installazioni sonore, performance, scritti al neon...) dell’artista italiano Maurizio Nannucci. Figura di spicco dell’arte concettuale italiana e affiliato al movimento Fluxus – corrente artistica emersa negli anni ’60 che mira ad abbattere i confini tra arte e vita –, egli esplora il rapporto tra arte, linguaggio e immagine.
Concepita nel 1988 in occasione della mostra La couleur seule, l'expérience du monochrome a Lione, in Francia, quest’opera fa riferimento a due figure celebri della pittura monocromatica: Lucio Fontana (1899-1968), noto per le sue tele tagliate, e Yves Klein (1928-1962), che ha brevettato un blu oltremare, l’“International Klein Blue”, da lui considerato simbolo di immaterialità e infinito.
Maurizio Nannucci inizia a lavorare con gli scritti al neon nel 1967. Ne fa “un mezzo per scrivere in modo monocromo o policromo”, una possibilità per mettere in luce i suoi dattilogrammi del 1964: pagine di scrittura dattiloscritta in cui la parola “blu” è scritta in blu, “rosso” in rosso...
In Blue Klein/Rosa Fontana, si attiva un gioco di linguaggio tra le parole e la loro forma visiva; la luce intermittente anima e disegna i contorni immateriali dell’opera. Con un gesto minimale, l’artista sovverte così un dispositivo usato principalmente nella pubblicità e interroga il significato dell’arte e la sua funzione.
Oggi installati in modo permanente sulla facciata del Musée d’art contemporain di Lione, questi neon lampeggianti dai colori fluorescenti catturano lo sguardo e danno vita al museo al calar della notte.